Scrivevo il 1 Maggio 2003...
"L'altro ieri parlavo con uno della lista che è stato qui da me per un lavoretto. Abbiamo un pò parlato di qualcosa che avverrà.Della stabilità economica o meno di tutta una fascia di persone che stanno in una situazione economicamente precaria.Di persone che se oggi stanno lavorando, non sono comunque garantite da sussidi nei periodi di inoccupazione.
Parlo ad esempio dei docenti precari che fanno supplenze o che hanno la cattedra annuale (la quale cattedra annuale non garantisce forse al 100% comunque "il posto" visto come si stanno mettendo le cose con i vari interventi del Ministro Moratti). Parlo dei liberi professionisti torchiati da un pressante sistema fiscale (ci sono fotografi che secondo lo Stato, per un perverso meccanismo di valutazione dei redditi -gli Studi di Settore-, sono costretti a pagare comunque più di quanto fatturano).
Parliamo di chi si "arrangia" di qui e di lì guadagnandosi qualcosa per le sigarette un cinema, una birra e nulla di più.Parliamo di chi non si può sposare perchè le case costano una cifra. Anche solo per prenderle in fitto.Parliamo di chi non può chiedere un prestito alla banca per investire in un'attività in proprio perchè non ha le garanzie giuste.Parliamo di chi deve sostenere una famiglia e vive ai confini della povertà o dell'illegalità per sfamarla.Parliamo di tutti quelli che attualmente vivono grazie al sostegno degli stipendi o delle pensioni dei propri genitori e ci si augura che campino altri 100 anni.Parlo dei piccoli e medi imprenditori che fanno salti mortali per far quadrare i conti tagliando costi che in altri tempi rendevano una qualità del proprio lavoro più alta.Parliamo di quelle aziende che per far girare il proprio business, sono costretti a fare qualcosa che sfiora l'illecito o che lo è: non pagare alcuni collaboratori, evadere un po il fisco perchè tanto poi ci sarà un condono, smaltire sostanze tossiche direttamente nelle fogne, pagare qualche mazzetta alla persona giusta per garantirsi un appalto, inventarsi un call-customer-service a pagamento per gli utenti, vendere merce di importazione parallela allo stesso prezzo di quella che passa la dogana, evitare qualche fattura...Parlo di molti di noi.Parliamo di molti che l'ISTAT, il Governo, i Sindacati, i Media non vogliono o non possono vedere.
E' una realtà di cui i Media parlano poco per non impaurire la massa, forse. Per non farle prendere coscienza di dove questa massa sta andando a finire.
Si tratta di una fascia di persone di età tra i 25 (i neo-laureati) e 50 anni (operai, insegnanti, artigiani, liberi professionisti, informatici… molte persone in grado di saper fare ottime cose ma disoccupate o che attraversano lunghi periodi di inoccupazione) che non scende in piazza a manifestare "per il lavoro" perchè cercano altre vie più "attive" per trovarlo: colloqui, curriculum inviati a destra e a manca, concorsi, "calci in culo"...
Se tutti questi scendessero in piazza e non solo i "professionisti dei cortei", forse la piazza stessa non li conterrebbe.
Qualche mese fa trasmettevano uno spot "Legge Biagi" che faceva credere che si erano aperte nuove opportunità di lavoro, che si era strutturata una rete di società di lavoro interinale e tante altre belle cose, ma telefonavi al numero verde per avere informazioni e scoprivi l'amara realtà che non esisteva ancora nulla di quanto veniva pubblicizzato.
Alla Regione di Napoli ci sono state oltre 40mila domande per certi concorsi dei quali non si sa quando si faranno, per qualche decina di posti. In Giugno 2003 sono giunte le raccomandate per avvisare ai candidati di presentarsi ai test di selezione di un concorso bandito oltre 5 anni fa sempre dalla Regione Campania come "guida turistica" che comunque non sancisce la possibilità di avere un "lavoro vero", ma un Titolo per continuare a cercarlo.
Probabilmente fare spot pieni di belle speranze e bandire concorsi sono "calmieri delle piazze", interventi statali che servono a catalizzare la rabbia di chi cerca uno stipendio fisso e garanzie sul lavoro (malattia, ferie, tredicesima...).E ci si chiede: cosa funziona nell'Amministrazione Pubblica.
La situazione non è delle migliori.
La maggior parte delle persone che conosciamo (e non sono poche; e non ci si immaginerebbe mai che sono "a rischio futuro" per come si presentano; e probabilmente non vogliono manco rendersene conto loro stesse, assuefatte da una dinamica di "pensiero positivo" che rischia comunque di far perdere il controllo della realtà) non potranno mai vivere di pensione perchè sarà una ridicolissima cifra o perchè non l'avranno, molto probabilmente, di questo passo.E nel frattempo si aspetta che il Fato risolva questo problema spinoso. E gli anni passano.
Tra il l'89 e il '91 ci fu "l'articolo 23": davano ai disoccupati di Napoli che frequentavano inutili corsi, 480mila lire al mese. E gran parte di questi disoccupati si sedarono per un pò.
Tra l'85 ed il 94 nascono la Legge 44 (la De Vito), la Legge 608 (Prestito d'Onore), i POP ecc.. Leggi che avrebbero dovuto incentivare investimenti per il piccolo professionista o per le grosse aziende: decretarono un consistente fiasco con un conseguente allargamento del cosiddetto "buco" economico. Non raccontateci che sono servite a qualcosa quelle leggi, perchè oggi l'economia sarebbe altrimenti più vivace e sicura se quei finanziamenti fossero stati erogati e gestiti sapientemente. Si sarebbe messa in moto una macchina economica che avrebbe creato posti di lavoro e i frutti si sarebbero dovuti vedere ora.
Negli anni '70-'80 scoppiò il problema della raccomandazione per vincere i concorsi statali. La raccomandazione o calcio in culo, come preferiamo, esiste ancora. E questa è una situazione che sembra irreversibile specie nel Sud Italia.Ma sappiamo benissimo che chi si è laureato bene (110 e lode o anche meno), se va nel Centro Nord concorso o no, riesce a trovare con meno problemi lavoro. Ma mantenersi una casa nel centro nord, per un forestiero, significa spendere almeno i 2/3 di quello che guadagna. A meno che non decida di convivere in appartamenti degradati magari insieme a qualche extracomunitario.
Ma la meritocrazia comunque non esiste. E la maggior parte delle persone che occupano le poltrone della classe dirigente italiana è per lobby, giochi politici, nepotismo.
Potremmo citarvi un gran numero di esempi e non è il caso perchè potrebbe farlo chiunque. Basta guardarsi intorno.
Negli anni '90 ci furono i processi di tangentopoli. Il magistrato Antonio Di Pietro, dovette rinunciare a proseguire la sua opera di pulizia politica forse perchè sotto minaccia e siamo cosi passati alla 2a Repubblica: migliore della prima ? A voi la risposta.
Si pensi a tutti questi sprechi che fanno confluire denaro in settori che non sono necessari per la sopravvivenza degli individui, almeno non per come funzionano.
I conti nelle banche si stanno prosciugando. I risparmiatori non acquistano più azioni come prima. Le grosse aziende (FIAT, Pirelli, Cirio, Parmalat ecc.) hanno seri problemi economici. Gli enti statali (comuni, regioni ecc.) stanno pagando con grandissimi ritardi le fatture dei propri fornitori. Aumentano luce, acqua, gli alimenti di prima necessità... E gli stipendi sono gli stessi.
Chi dovrebbe lavorare alla gestione del Paese, si trastulla su discussioni alla Camera e al Senato per difendere i propri interessi (rogatorie, conflitto di interessi, Legge Cirami, vendita dei Beni di Stato per incassare altri soldi)... e intanto ci ammazzano o ci fanno ammazzare chi sarebbe in grado di mettere un pò di ordine nell'economia: D'Antona e Biagi, due grandi esperti di Diritto del Lavoro.
Ci parlano dell'esistenza delle Brigate Rosse. E ai G8 e ai Global Forum non si riesce a gestire la sicurezza della piazza sfiorando azioni da regime totalitario facendosi scappare il morto o picchiando e arrestando chi intendeva manifestare in maniera civile secondo quelli che sono i principi più elementari del diritto di pensiero e di parola e di manifestare sanciti dalla Costituzione (alla fine, poi, tutti assolti, "il fatto non sussiste" ... ormai è questo l'andazzo).
Ma ci si può svegliare da questo torpore ?
Possiamo scuoterci dentro quando qualcuno decide di cambiare i colori della nostra bandiera senza il consenso popolare ? (300mila bandiere coi colori alterati distribuite in questi giorni dalla nostra Presidenza del Consiglio !).
Secondo il mio punto di vista personale, si può vincere. Senza violenza, senza rivoluzione di piazza. Senza lotte armate. Ma facendosi ascoltare.
Pensate: se per due-tre giorni tutti gli italiani chiudessero il proprio conto in banca, estinguendolo, lo scossone che si provocherebbe.
Pensate: se nessun tifoso acquistasse il biglietto per lo stadio per una sola Domenica.
Pensate: se per un giorno nessuno facesse una sola telefonata o connessione al web.
Pensate: se per un giorno intero l'intero Paese non accendesse una sola lampadina in casa e in ufficio.
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