martedì 28 luglio 2009

ZEROMONEY: LA SOLUZIONE PER ELIMINARE LA MONETA E VIVERE GRATIS





PREMESSA


Il mondo è regolato dalla matematica, dai numeri, dalle quantità. Tutto viene misurato, quantificato da orologi (il tempo), computer (database, SW di calcolo…), bilance (peso), unità metriche (distanze, altezze, volumi…)…


Fanno parte della nostra vita frasi del tipo:

Quanta pasta devo cucinare?

Quanti giorni abbiamo di ferie?

Quanto impiega l’aereo Napoli-Berlino?

Che formato devo usare per stampare una relazione?

Quante camicie devo stirare?

Quanti figli hai?

Devo dimagrire 5Kg.

Dovrei fare un pieno di benzina.

Fumo 40 sigarette al giorno.


Se ci facciamo caso, le quantità gestiscono la nostra vita, quasi come se avessero la supremazia su di essa. Senza rendercene conto, non siamo liberi. Tutto è scandito da unità di misura e anche se non usiamo i numeri, usiamo parole come troppo, poco, molto, aggettivi che comunque quantificano, anche se approssimativamente, i nostri ritmi vitali.


PROBLEMA:


IL DENARO, IL PEGGIOR PROBLEMA PER LA MASSA

Ma il problema che più affligge il mondo civile, è il denaro, la sua quantità. I soldi posseduti sembra ai più, che siano sempre troppo pochi.

Quanto costa?

Quanto ho speso?

Dovrei guadagnare di più.

Un cliente non mi ha ancora pagato.


ANNULLARE IL CONCETTO DI QUANTITA’

Annullare il concetto di quantità presume una scelta drastica individuale e/o collettiva. Decidere di cuocere la pasta senza pesarla può essere una rivoluzione nelle proprie abitudini che potrebbe dare una sensazione di libertà, ma i pacchi di pasta saranno sempre venduti a peso e quindi ci resterà sempre un riferimento di confronto tra la confezione stessa e la quantità di pasta che afferriamo prima di gettarla in pentola.


ANNULLARE IL DENARO

Diverso è invece il voler decidere di annullare il concetto di quantità del denaro.

In una collettività del mondo civile, il denaro è l’unico mezzo di scambio che ci consente di acquistare beni di prima necessità, vestirci, abitare, divertirci con un cinema, una vacanza…

Ogni bene e servizio hanno un proprio valore monetario, un loro prezzo.

E’ possibile annullare il denaro?


CARTESIO: “Cogito ergo sum”.

L’insegnamento di Cartesio, l’approfondimento del dubbio, la possibilità di poter almeno pensare di mettere in discussione la realtà, lo scetticismo metodologico è il punto di partenza per trovare una strada (almeno fare breccia) affinchè venga risolto il concetto del denaro.


DEFINIZIONE DEL PROBLEMA


PROBLEMATICHE DEL DENARO

Di seguito alcuni svantaggi della moneta

è falsificabile

è strumento per il signoraggio

è estorcibile

non ha un valore effettivo perchè stampabile in quantità illimitate senza essere più ricambiata dall’effettiva quantità di oro

è strumento di corruzione e concussione

in grosse quantità deve essere depositata in banca

è oggetto di furto

senza produrre è strumento di rendita (“non lavoro ma ho fatto un investimento che mi fa fare soldi”)


CRISI ECONOMICA, RECESSIONE

Il sistema economico internazionale è andato in tilt. Gli USA come sempre, fanno da apripista e tra il 2008 e il 2009 abbiamo assistito a crack bancari internazionali per una combinazione di operazioni infelici come l’erogazione di mutui con una certa nonchalance, finanziamenti a base di derivati, saturazione del mercato immobiliare (la cosiddetta bolla immobiliare).

Chi ci rimette, sono i consumatori, la gente comune che stringe la cinghia, rinuncia ad una parte dello stile di vita condotto fino a un certo punto della propria esistenza e tollera, s’incazza, si deprime.


RACCOLTA DATI ESISTENTI


ALCUNE SOLUZIONI PER CONTRASTARE LA MONETA

Baratto

Primordiale forma di scambio commerciale in cui il valore dei beni scambiati sono pressappoco equivalenti.

Monete complementari

Affiancano il denaro ufficiale.

Banca del tempo

La condivisione del tempo anche disinteressatamente, come valore per lo scambio di servizi.

CES (Community Exchange System)

Comunità o singoli che si riconoscono in rete in cui utilizzano dei bonus di scambio per i propri beni e servizi prodotti (www.ces.org.za).

Icemoney (moneta di ghiaccio)

Moneta a scadenza per scoraggiare la capitalizzazione di essa e quindi la rendita.



ALCUNE SOLUZIONI CHE CONTRASTANO LA CRISI ECONOMICA

Microcredito

“Il microcredito è uno strumento di sviluppo economicoche permette l’accesso ai servizi finanziari alle persone in condizioni di povertà ed emarginazione.” (da http://it.wikipedia.org/wiki/Microcredito)

Decrescita felice

Movimento che sviluppa conoscenze per la riduzione dei consumi e l’autonomia individuale (v. http://www.decrescitafelice.it)

Kibbutz

Trattasi di comunità in Israele dove non circola denaro, ma vive di sussistenza grazie alla collaborazione di tipo cooperativo, dei volontari che lo abitano. L’incasso derivante dalla produzione di beni e servizi viene utilizzato per reinvestirlo in tecnologie per migliorare la produzione.

Mutuo sostegno e rete globale del baratto

Soluzioni adottate in Argentina durante la crisi economica del 2001 per la produzione e la distribuzione del pane, dei mattoni, per l’assistenza ai bisognosi ecc. Attraverso lo stesso meccanismo di sostegno reciproco venne pure a costituirsi laRete Globale del Baratto che favoriva lo scambio di merci e di servizi attraverso l’utilizzo una moneta alternativa denominata “credito”. (fonte: http://ita.anarchopedia.org/Moneta_alternativa)


Altre soluzioni:

Outlet

Energie alternative

GAS (Gruppi di Acquisto Solidale)


ANALISI DEI DATI ESISTENTI:


Di tutta l’analisi fatta, nessuna delle soluzioni sopra citate elimina del tutto il problema del denaro.

Tutte sono vincolate ad un sistema monetario o comunque di scambio che quantificano il valore del bene.

Per poter pensare all’eliminazione totale del denaro, occorre fare alcune considerazioni realistiche.


DONAZIONI

Bisogna ammettere che esiste una parte di persone generosa, intenta a fare donazioni libere.

Esistono generosi visibili ed invisibili. I  primi effettuano paradossalmente donazioni per interesse: per scaricare le quote dalla propria dichiarazione dei redditi o per comprare l’intelletto altrui per fini politici/economici (esperti di disinformazione come li definirebbe il filosofo Guy Debord). I secondi sono quelli che nella maniera più disinteressata ed anonima, elargiscono denaro per giuste cause.


FILE-SHARING

Con l’avvento di internet si è assistito inoltre ad un fenomeno di donazione disinteressata dei cosiddetti pirati della rete

Software, giochi, ricerche e tesi di laurea, ebook, musica, film e quant’altro, sono messi a disposizione gratuitamente per gli utenti della rete.


QUINDI, LA GENEROSITà ESISTE

Quanto detto sopra fa quindi intendere che sul pianeta esistono persone che condividono disinteressatamente energie intellettive, beni, servizi utili alla collettività.


L’IDEA:


Immaginiamo. Solo immaginando possiamo varcare i vincoli del reale. Riprendiamo il metodo cartesiano, quello di mettere in discussione la realtà. La realtà ci incute a credere che abbiamo bisogno del denaro per poter vivere. Ma se scomponiamo i nostri bisogni, ci rendiamo conto che molti di essi sono artefatti, limitati a condizioni di status sociale, condizionati dalla società dello spettacolo che ci spinge a desiderare qualcosa di cui non sapevamo nemmeno potessimo sentirne la necessità: poco è indispensabile per vivere. Se immaginassimo l’intera umanità produttiva, in grado cioè di saper fare qualcosa, saper produrre un bene o un servizio e se immaginassimo che tutti fossero generosi, non ci sarebbe bisogno di denaro. Chiunque condividerebbe la propria attività produttiva con tutti.

Ma ciò forse sarebbe impossibile. Ci sono persone incapaci di lavorare se non al loro “progetto” di ozio e nullafacenza. Ma se il denaro venisse eliminato, sarebbero però costrette ad industriarsi per sopravvivere. Sembra un paradosso: annullare i soldi per vivere. Ma non lo è, pensandoci.

Finanche chi ha sempre vissuto di rendita, sarebbe costretto a produrre qualcosa. Chi abituato a percepire tangenti e mazzette. Chi attaccato alla poltrona per uno stipendio da statale.

La vera ricchezza dell’individuo si misurerebbe solo dalla quantità e qualità del lavoro prodotto e sarebbe ai vertici alti di una gerarchia di un’organizzazione che potrebbe essere nominata “Io Gratiss”.


IO GRATISS

E’ una comunità estesa a macchia di leopardo sull’intero pianeta. Persone che quando si intercettano possono chiedersi a vicenda beni e servizi gratuitamente. Perché condividono i loro beni.

NON è una forma di baratto. Il baratto è quando ci si scambiano beni di equivalente valore concordato tra le parti.

Io gratiss è un sistema libero di condivisione dove nulla si chiede in cambio per via diretta: tutto è a disposizione di tutti. Unico vincolo per essere membro è dichiararsi disponibile al progetto ed enunciare tutte le capacità e attitudini produttive e professionali.


LO ZEROMONEY

I membri si riconoscono attraverso un simbolo, lo Zeromoney.

Lo Zeromoney può presentarsi sotto vari aspetti: una spilla, una installazione, incastonato nel muro d’ingresso di casa, sul tetto di casa come indicatore del vento, braccialetto… 

Lo Zeromoney si presenta come uno zero spaccato due volte con caratteristiche grafiche simili all’euro. Come se fosse il logo dell’euro “chiuso” in uno zero.

Si consiglia la sua realizzazione in metallo, possibilmente in una lega in cui siano fuse anche monete.


GIGGI, UN UOMO CHE RISPETTAVA LE REGOLE

Di: Marco Maraviglia

 

Gigi Forlacchi era un ragazzo cresciuto in una famiglia per bene di Napoli.

Aveva studiato il necessario per prendersi il diploma. Iniziò a lavorare. In un pub. Leggeva e scriveva racconti per un giornalino locale. Guadagnava per quel pò di benzina per vedersi la sera con gli amici coi quali cazzeggiava, fantasticando su grandi idee, sogni nel cassetto.

Lui e i suoi amici avrebbero potuto mangiarsi il mondo. Mentre i loro coetanei parlavano di calcio o dove andare a ballare per rimorchiar fighette, Gigi e gli amici sfornavano grandi idee per migliorare il mondo. Loro non sapevano nulla di come andavano le cose, o meglio, lo sapevano, ma la loro ingenuità li faceva credere che c'era una parte di mondo onesto. Quello stesso mondo da cui provenivano, fatto di genitori che gli avevano trasmesso il senso civico, l'onestà, ed altre storie.

Gigi e gli amici cominciarono a rendersi conto che non c'era spazio per loro. E un po’ tutti si rivolsero al "santo in Paradiso".

Solo Gigi restò un idealista. Mandò il suo curriculum ad oltre 300 aziende senza mai avere risposta. Aprì allora un un suo piccolo studio.

Lavoricchiava, riuscì a comprarsi un'auto usata. Ma, pur volendo, non poteva metter sù famiglia.

Già, con grandi sacrifici si sosteneva tutte le spese.

Ma gli affari andavano male. Eh sì, la recessione.

Gigi avvertiva tutta l'insofferenza per la gran crisi economica nei volti della gente per le strade. Lo scontento era generale. E vedeva che nulla intorno a lui funzionava.

Forse se Gigi fosse nato altrove…

Ma lui amava la sua città e non se ne sarebbe mai andato. Amava quando una mattina presto d'Estate poteva raggiungere il suo scoglio di tufo preferito a Posillipo. Amava le vibrazioni della sua città. Il disordine ritmico che gli metteva soltanto allegria.

Gigi era napoletano. Ma rispettava tutte le regole!

Un giorno l'Agenzia delle Entrate gli recapitò una sanzione. Trattavasi di un'irregolarità nella sua dichiarazione dei redditi. A lui!

Bè, il suo commercialista ammise di aver commesso un errore. E Gigi pagò comunque e quell'Estate rinunciò ad andare in vacanza visto che i suoi pochi risparmi se n'andarono nelle casse dell'Agenzia delle Entrate.

E non finì lì.

Dopo un paio di mesi si vide recapitare una multa con 6 punti decurtati dalla patente. Motivo: era passato ad un incrocio col rosso. Lui? Sì, il cittadino modello. A dir la verità, passò col verde ma tanto era il traffico all'incrocio che il rosso scattò nel frattempo: click!

Ma l'avvocato di Gigi gli consigliò di pagare e lui pagò.

Ma la sfiga ormai si era impossessata di lui.

Dopo qualche mese, infatti, accadde ciò che nessuno avrebbe immaginato fosse accaduto aGigi.

Accadde che Gigi tornò alla sua auto parcheggiata in un parcheggio orario e vi trovò sul parabrezza una bella multa per sforamento d'orario. Il grattino consentiva il parcheggio fino alle 17,30 e lui era rientrato all'auto alle 17,29 in punto. Ma... secondo il suo orologio. Gigiindividuò poco distante il vigile che gli aveva fatto probabilmente la multa alle "17,35". Gli si avvicinò e gli chiese l'ora

-17,36, rispose il vigile.

-guardi che il suo orologio va avanti -rispose Gigi- di 5 minuti

-5 minuti o 10 che gliene importa?

Disse il vigile ancora ignaro del fatto che Gigi fosse stato da lui multato poc'anzi.

- mi importa, eccome ! perchè per i 5 minuti "suoi" io dovrei pagare una multa che non sarei tenuto a pagare, - e con gentilezza proseguì -lei sarebbe disposto a verificare il suo orario con quello del Televideo in quel bar di fronte?

Gigi era convinto che il suo orologio non gli avesse giocato brutti scherzi. Era di una buona marca. Ed ogni mattina lo verificava con l'orario della sua radio-sveglia-satellitare. Non poteva sbagliarsi.

Il vigile non la prese bene e con sarcasmo:

-senta, -disse- anche se il mio orologio va 5 minuti avanti, in questo momento comunque lei è in difetto perchè secondo il "suo" orologio ha nel frattempo sforato di 2-3 minuti il tempo della sosta... o per venire da me ha per caso messo sul cruscotto un altro grattino?

Accadde l'inimmaginabile. Sì, accadde ciò che neanche il suo migliore amico non avrebbe mai potuto crederci se non l'avesse visto coi propri occhi.

Gigi s'incazzò di brutto ed iniziò una zuffa tra lui ed il vigile. Un colpo di pistola partì dalla fondina del vigile che lo ferì.

Gigi fu arrestato. Condannato a 10 anni per aggressione a pubblico ufficiale e tentato omicidio.

E pagò la multa.

Dopo 3 anni Gigi uscì di galera per buona condotta con obbligo della firma.

Quei 3 anni furono per lui estremamente rilassanti ed istruttivi.

Aveva mangiato e dormito gratis per 3 anni. Tutto il tempo in cella lo trascorse a leggere e scrivere che erano i suoi hobbies preferiti. Lesse tutto ciò che riguardava la storia, biografie di grandi statisti e rivoluzionari.

Un giorno Gigi non si presentò in Questura per firmare. Cominciarono a cercarlo spiccando anche un mandato di cattura internazionale. Ma Gigi non lasciò tracce dietro di sè. La galera gli era servita ad imparare anche come sparire.

E forse in quest'istante si sta godendo il bel sole sul suo scoglio della spiaggia della Gaiuola a Posillipo. Perchè Gigi Forlacchi è napoletano.

 

 

sabato 18 luglio 2009

UNA BOMBA SOCIALE: appunti del 21° secolo


Scrivevo il 1 Maggio 2003...

"L'altro ieri parlavo con uno della lista che è stato qui da me per un lavoretto. Abbiamo un pò parlato di qualcosa che avverrà.Della stabilità economica o meno di tutta una fascia di persone che stanno in una situazione economicamente precaria.Di persone che se oggi stanno lavorando, non sono comunque garantite da sussidi nei periodi di inoccupazione.

Parlo ad esempio dei docenti precari che fanno supplenze o che hanno la cattedra annuale (la quale cattedra annuale non garantisce forse al 100% comunque "il posto" visto come si stanno mettendo le cose con i vari interventi del Ministro Moratti). Parlo dei liberi professionisti torchiati da un pressante sistema fiscale (ci sono fotografi che secondo lo Stato, per un perverso meccanismo di valutazione dei redditi -gli Studi di Settore-, sono costretti a pagare comunque più di quanto fatturano).

Parliamo di chi si "arrangia" di qui e di lì guadagnandosi qualcosa per le sigarette un cinema, una birra e nulla di più.Parliamo di chi non si può sposare perchè le case costano una cifra. Anche solo per prenderle in fitto.Parliamo di chi non può chiedere un prestito alla banca per investire in un'attività in proprio perchè non ha le garanzie giuste.Parliamo di chi deve sostenere una famiglia e vive ai confini della povertà o dell'illegalità per sfamarla.Parliamo di tutti quelli che attualmente vivono grazie al sostegno degli stipendi o delle pensioni dei propri genitori e ci si augura che campino altri 100 anni.Parlo dei piccoli e medi imprenditori che fanno salti mortali per far quadrare i conti tagliando costi che in altri tempi rendevano una qualità del proprio lavoro più alta.Parliamo di quelle aziende che per far girare il proprio business, sono costretti a fare qualcosa che sfiora l'illecito o che lo è: non pagare alcuni collaboratori, evadere un po il fisco perchè tanto poi ci sarà un condono, smaltire sostanze tossiche direttamente nelle fogne, pagare qualche mazzetta alla persona giusta per garantirsi un appalto, inventarsi un call-customer-service a pagamento per gli utenti, vendere merce di importazione parallela allo stesso prezzo di quella che passa la dogana, evitare qualche fattura...Parlo di molti di noi.Parliamo di molti che l'ISTAT, il Governo, i Sindacati, i Media non vogliono o non possono vedere.

Non è un fenomeno marginale. E' realtà.Provate a prendere carta e penna e fate l'elenco di tutte le persone più care che conoscete: chi "sta bene" ?Badate: per "star bene" intendo persone che abbiano un'autonomia economica oggi e con la vecchiaia assicurata, che vivono tranquillamente con una persona, possono sostenere un figlio, possono farsi una pizza o andare al cinema almeno una volta al mese, possono farsi almeno 15gg di vacanza d'Estate senza essere ospitati dall'amico o dal suocero, possono organizzarsi una cena di Natale per un gruppo di parenti e/o amici e (grattiamoci) possono sostenersi le cure di un dentista, di qualche antibiotico, pagare le bollette del telefono, luce, acqua, gas e la tassa dell'immondizia, possano sostenersi un'automobile, possono vestirsi decentemente ecc. ecc. senza dover fare salti mortali.

E' una realtà di cui i Media parlano poco per non impaurire la massa, forse. Per non farle prendere coscienza di dove questa massa sta andando a finire.

Si tratta di una fascia di persone di età tra i 25 (i neo-laureati) e 50 anni (operai, insegnanti, artigiani, liberi professionisti, informatici… molte persone in grado di saper fare ottime cose ma disoccupate o che attraversano lunghi periodi di inoccupazione) che non scende in piazza a manifestare "per il lavoro" perchè cercano altre vie più "attive" per trovarlo: colloqui, curriculum inviati a destra e a manca, concorsi, "calci in culo"...

Se tutti questi scendessero in piazza e non solo i "professionisti dei cortei", forse la piazza stessa non li conterrebbe.

Qualche mese fa trasmettevano uno spot "Legge Biagi" che faceva credere che si erano aperte nuove opportunità di lavoro, che si era strutturata una rete di società di lavoro interinale e tante altre belle cose, ma telefonavi al numero verde per avere informazioni e scoprivi l'amara realtà che non esisteva ancora nulla di quanto veniva pubblicizzato.

Alla Regione di Napoli ci sono state oltre 40mila domande per certi concorsi dei quali non si sa quando si faranno, per qualche decina di posti. In Giugno 2003 sono giunte le raccomandate per avvisare ai candidati di presentarsi ai test di selezione di un concorso bandito oltre 5 anni fa sempre dalla Regione Campania come "guida turistica" che comunque non sancisce la possibilità di avere un "lavoro vero", ma un Titolo per continuare a cercarlo.

Probabilmente fare spot pieni di belle speranze e bandire concorsi sono "calmieri delle piazze", interventi statali che servono a catalizzare la rabbia di chi cerca uno stipendio fisso e garanzie sul lavoro (malattia, ferie, tredicesima...).E ci si chiede: cosa funziona nell'Amministrazione Pubblica.

La situazione non è delle migliori.

La maggior parte delle persone che conosciamo (e non sono poche; e non ci si immaginerebbe mai che sono "a rischio futuro" per come si presentano; e probabilmente non vogliono manco rendersene conto loro stesse, assuefatte da una dinamica di "pensiero positivo" che rischia comunque di far perdere il controllo della realtà) non potranno mai vivere di pensione perchè sarà una ridicolissima cifra o perchè non l'avranno, molto probabilmente, di questo passo.E nel frattempo si aspetta che il Fato risolva questo problema spinoso. E gli anni passano.

Sappiamo il magnamagna provocato con la Cassa per il Mezzogiorno.Sappiamo cosa è successo con le catastrofi naturali in Italia: terremoti nel Belice, in Irpinia, Umbria e Marche, alluvioni... Fondi stanziati finanche dalla Comunità Europea: ricordate lo sketch di Massimo Troisi che rivolgeva un appello a Pertini sul "chi ha rubaaaaato i soldi del Beliceeeeee ?".

Tra il l'89 e il '91 ci fu "l'articolo 23": davano ai disoccupati di Napoli  che frequentavano inutili corsi, 480mila lire al mese. E gran parte di questi disoccupati si sedarono per un pò.

Tra l'85 ed il 94 nascono la Legge 44 (la De Vito), la Legge 608 (Prestito d'Onore), i POP ecc.. Leggi che avrebbero dovuto incentivare investimenti per il piccolo professionista o per le grosse aziende: decretarono un consistente fiasco con un conseguente allargamento del cosiddetto "buco" economico. Non raccontateci che sono servite a qualcosa quelle leggi, perchè oggi l'economia sarebbe altrimenti più vivace e sicura se quei finanziamenti fossero stati erogati e gestiti sapientemente. Si sarebbe messa in moto una macchina economica che avrebbe creato posti di lavoro e i frutti si sarebbero dovuti vedere ora.

Negli anni '70-'80 scoppiò il problema della raccomandazione per vincere i concorsi statali. La raccomandazione o calcio in culo, come preferiamo, esiste ancora. E questa è una situazione che sembra irreversibile specie nel Sud Italia.Ma sappiamo benissimo che chi si è laureato bene (110 e lode o anche meno), se va nel Centro Nord concorso o no, riesce a trovare con meno problemi lavoro. Ma mantenersi una casa nel centro nord, per un forestiero, significa spendere almeno i 2/3 di quello che guadagna. A meno che non decida di convivere in appartamenti degradati magari insieme a qualche extracomunitario.

Ma la meritocrazia comunque non esiste. E la maggior parte delle persone che occupano le poltrone della classe dirigente italiana è per lobby, giochi politici, nepotismo.

Potremmo citarvi un gran numero di esempi e non è il caso perchè potrebbe farlo chiunque. Basta guardarsi intorno.

Negli anni '90 ci furono i processi di tangentopoli. Il magistrato Antonio Di Pietro, dovette rinunciare a proseguire la sua opera di pulizia politica forse perchè sotto minaccia e siamo cosi passati alla 2a Repubblica: migliore della prima ? A voi la risposta.

L'economia gira male in Italia.

Gira male perchè c'è parassitismo, pigrizia, la gestione di molti posti di lavoro è gestita dai "Notabili" (che sono sempre esistiti), alimentandone il giro di voti elettorali. Gira male perchè nessuno denuncia e stravolge lo sbilanciamento dei compensi sulle prestazioni dei lavoratori.Si pensi ai costi pubblicitari delle industrie che fanno girare stampa e televisione, ai cachet pretesi ed ottenuti da presentatori, giornalisti, ospiti. Si pensi agli stipendi e privilegi dei consiglieri circoscrizionali e di tutti gli "onorevoli".

Si pensi a tutti questi sprechi che fanno confluire denaro in settori che non sono necessari per la sopravvivenza degli individui, almeno non per come funzionano.

E a fronte di questo gran movimento di denaro in sfere non necessarie (possiamo fare a meno della televisione, almeno di gran parte dei suoi programmi, possiamo fare a meno di certa pubblicità perchè un buon prodotto si vende da solo e possiamo fare a meno di un gran numero di politici come loro possono fare a meno di molte agevolazioni, come i compensi da 90milioni di lire ed oltre per fare l'ospite in TV) e parassitarie, resta il problema dei costi delle case, delle spese sanitarie che ognuno deve sostenere, delle pensioni inesistenti... Resta il problema di vivere in maniera dignitosa.

In Svizzera e in altri Paesi del Nord Europa ci sono famiglie col volto sereno con genitori di 25 anni e figli. In Italia il numero dei matrimoni scende ogni anno o è stabile e le facce dei coniugi per le strade, sono per lo più accigliate, preoccupate, mentre osservano i prezzi assurdi nelle vetrine dei negozi non più affollati come qualche anno fa. I mercatini rionali e gli ipermercti stanno avendo la meglio.

I conti nelle banche si stanno prosciugando. I risparmiatori non acquistano più azioni come prima. Le grosse aziende (FIAT, Pirelli, Cirio, Parmalat ecc.) hanno seri problemi economici. Gli enti statali (comuni, regioni ecc.) stanno pagando con grandissimi ritardi le fatture dei propri fornitori. Aumentano luce, acqua, gli alimenti di prima necessità... E gli stipendi sono gli stessi.

Non esiste giustizia economica. I ricchi diventano sempre più ricchi ed i poveri sempre più poveri. E questo significa che tutto il lavoro fatto in passato dal socialismo, sta andando di nuovo nelle fogne.

Chi dovrebbe lavorare alla gestione del Paese, si trastulla su discussioni alla Camera e al Senato per difendere i propri interessi (rogatorie, conflitto di interessi, Legge Cirami, vendita dei Beni di Stato per incassare altri soldi)... e intanto ci ammazzano o ci fanno ammazzare chi sarebbe in grado di mettere un pò di ordine nell'economia: D'Antona e Biagi, due grandi esperti di Diritto del Lavoro.

Ci parlano dell'esistenza delle Brigate Rosse. E ai G8 e ai Global Forum non si riesce a gestire la sicurezza della piazza sfiorando azioni da regime totalitario facendosi scappare il morto o picchiando e arrestando chi intendeva manifestare in maniera civile secondo quelli che sono i principi più elementari del diritto di pensiero e di parola e di manifestare sanciti dalla Costituzione (alla fine, poi, tutti assolti, "il fatto non sussiste" ... ormai è questo l'andazzo).

Ora, cosa vogliamo dirvi con tutte queste cose, nulla di nuovo, in effetti, vogliamo semplicemente ricordarvi che stiamo vivendo un brutto periodo. Che, come stanno le cose, il futuro sarà soltanto meno roseo per tutti. A  meno che non si riesca ad entrare in questo meccanismo malsano. Adottando la strategia del "si salvi chi può".

Qualcuno ha qualche rendita, una o più case di proprietà grazie al lavoro molto probabilmente onesto dei nostri nonni e dei nostri genitori. Con questi beni alcuni di noi riusciranno a trovare una soluzione di sopravvivenza, ma per come stanno andando le cose, questi beni da qui a 30 o 50 anni probabilmente scompariranno, non riusciremo a trasmetterli ai nostri figli, perchè il sistema economico attuale ci sta riconducendo verso un sistema feudale senza quasi che ce ne accorgessimo. Pian, pianino il torchio stringe sempre di più. E anche chi sta bene oggi, difficilmente riuscirà a mettere un gruzzoletto da parte per farsi magari un viaggetto prima di schiattare.

Un amico ci dice che non siamo un popolo rivoluzionario. Non abbiamo le palle per ribaltare un governo. Non abbiamo una forza di coesione e senso dello Stato per scatenare una guerra civile. Siamo un branco di pecore, stordite dalla televisione, dal calcio, dalle promesse di chi andiamo a votare. Siamo un popolo di codardi. Ci accontentiamo della pagnotta e della figa.

Ma ci si può svegliare da questo torpore ?

Possiamo scuoterci dentro quando qualcuno decide di cambiare i colori della nostra bandiera senza il consenso popolare ? (300mila bandiere coi colori alterati distribuite in questi giorni dalla nostra Presidenza del Consiglio !).

Secondo il mio punto di vista personale, si può vincere. Senza violenza, senza rivoluzione di piazza. Senza lotte armate. Ma facendosi ascoltare.

Pensate: se a Giugno nessun italiano presentasse la dichiarazione dei redditi, immaginate il terremoto politico che ne deriverebbe.

Pensate: se per due-tre giorni tutti gli italiani chiudessero il proprio conto in banca, estinguendolo, lo scossone che si provocherebbe.

Pensate: se nessun tifoso acquistasse il biglietto per lo stadio per una sola Domenica.

Pensate: se per un giorno nessuno facesse una sola telefonata o connessione al web.

Pensate: se per un giorno intero l'intero Paese non accendesse una sola lampadina in casa e in ufficio.

Non stringiamo le chiappe, fa meno male."