venerdì 20 maggio 2011

Perchè votare Luigi De Magistris al Ballottaggio: punta sul Turismo


Perché Luigi De Magistris.

Perché se intende facilitare il business del Turismo come dice, l’economia di Napoli avrà uno slancio per tutti. Ma tutti tutti.

Luigi parla di turismo a bassa voce perché la gente vuole sentirsi parlare più di legalità e munnezza da togliere. Forse sbaglia. Ma io so che lui sa che il Turismo a Napoli è la prima risorsa economica.

Immaginate una città pulita, ordinata, senza munnezza, con i trasporti che funzionano in stile città europea, con metropolitane che chiudono dopo mezzanotte, con piste ciclabili, la possibilità di poter introdurre bici in funicolari e metro senza vincoli di giorni. Una città che funziona!

Eh… mi si direbbe, e dove se la mette la munnezza?

La munnezza è stato un affare durato oltre 16 anni, un’emergenza che ha fatto spendere tanti soldi sufficienti a poter risolvere la crisi di una Regione intera. A San Francisco, a Vedelago, a Salerno, Belluno…, senza inceneritori ma con impianti di riciclaggio, compostaggio (tutti gli scarti di cibo possono decomporsi per diventare terreno fertile e prezioso), joint-venture con i consorzi di smaltimento, depurazione, recupero, hanno risolto il problema.

Perché a Napoli non l’hanno fatto? Pensaci bene.

Quando poi la città è pulita, ordinata, efficiente, controllata dalle forze dell'ordine, iniziano ad accorrere i turisti da tutto il mondo.

E chi se ne frega, mi si direbbe. SBAGLIATO!!

I turisti vengono per spendere soldi:

  • Nei musei 
  • Negli alberghi 
  • Nei Bed & Breakfast 
  • Nei ristoranti 
  • Nei bar 
  • Acquistano libri, guide turistiche, cataloghi 
  • Acquistano souveniers di ogni genere 
  • Viaggiano coi trasporti pubblici (taxi compresi) 
  • Acquistano abbigliamento made in Italy 
  • Sigarette 

Quindi accade che Napoli inizia ad avere un introito economico non indifferente.
I SOLDI INIZIANO A CIRCOLARE.
E vi dimostro come i soldi arriverebbero per tutti, come l’economia della città avrebbe uno slancio:

Prendiamo un ristorante del centro storico.
Incassa più del solito grazie ai turisti. Allora vuole rinnovare i locali. Vediamo l’indotto economico del rinnovo di un ristorante:
  • Architetto 
  • Impresa di ristrutturazione 
  • Operai (elettricista, muratore, idraulico…) 
  • Ferramenta (attrezzi, chiodi, viti, calce, gesso, cemento, pittura…) 
  • Arredamento (mobilio) 
  • Grafico (per la comunicazione) 
  • Fotografo (per la comunicazione) 
  • Tipografia (per la stampa di comunicazione) 
  • La tipografia che poi crea indotto al rappresentante di carta, inchiostri… 
Insomma, i soldi guadagnati dal ristoratore vengono poi spalmati su altre persone che a loro volta potranno spenderli per:

  • Andare più volte dal barbiere 
  • Spendere un po’ di più per la spesa alimentare 
  • Comprare un paio di scarpe nuove al figlio 
  • Portare l’auto dal carrozziere 
  • Ecc. ecc. 
Diventa un circolo economico che alla fin, fine gioverà a tutti.
Ma non finisce qui. Non basta.
Il turismo è fatto di organizzazione, programmazione, pianificazione, marketing e…LIBERALIZZAZIONI.

Cosa intendo per liberalizzazioni. Per come la vedo è avere carta bianca per svolgere attività regolamentate dal Comune per rendere quanto più possibile la città turisticamente viva.
C’è ad esempio Fabrizio Caliendo del Kestè di Napoli che purtroppo non è stato eletto ma che ha un progetto “open source” per rivalutare tutte le piazze del Centro Storico. CON MINIME RISORSE.

Attrazioni turistiche create dai cittadini, insomma e non solo musei, chiese e tutti gli eccezionali Beni Culturali di Napoli che sono invidiati da tutti il mondo.

Barcellona o Parigi o Berlino non hanno il tesoro turistico-culturale che abbiamo a Napoli. Nemmeno Firenze. Eppure sono città che vivono molto di turismo. Lì i soldi girano grazie ai milioni di turisti che vi girano ogni anno.

ANCHE A NAPOLI SI PUO’.
Ci sono associazioni attive con ottime idee ma che non sono state prese fin’ora in considerazione dalle precedenti amministrazioni. Luigi ne ha ascoltate tante e vuole attivarle a tutti gli effetti.

Il TURISMO è TUTTO. SI POTREBBE VIVERE SOLO DI ARTE E CULTURA CON TUTTO L'INDOTTO CHE SI ANDREBBE A CREARE.

Se i napoletani prendono coscienza che il Turismo è la grande risorsa economica per tutti, è fatta.

Per chi voglia avere un’idea di alcune cose che si potrebbero fare per creare turismo, c’è un abbozzo di progetto che ho scritto un paio di anni fa suhttp://www.scribd.com/doc/25065832/TURISMO-A-NAPOLI-E-IN-CAMPANIA

Comunicate già da ora a Luigi le vostre idee, lui le ascolta e se vincerà grazie al vostro voto, sarà un bene per tutti.
Luigi non promette posti di lavoro, ma le condizioni per poter lavorare sì.

martedì 17 maggio 2011

LUIGI DE MAGISTRIS SINDACO DI NAPOLI, FENOMENO DELLA RETE, BOICOTTATO DAI MEDIA

Luigi De Magistris durante il discorso di chiusura
della campagna elettorale alla Rotonda Diaz
Forse è stato il più grande fenomeno politico di tutti i tempi che sia mai stato ignorato dai media. E' stata la sorpresa nazionale, quella che il centro-destra ha definito voto di protesta dei napoletani per giustificare l'approdo nella scena politica partenopea del loro vero nemico numero uno: Luigi De Magistris.
Una campagna elettorale partita 45 giorni prima. Senza lista di partito. Un'operazione intelligente (partita anche tardino) fondata essenzialmente sulla delusione dei napoletani per i casini delle primarie del PD.
Primarie, spendere anche 1,00 euro per dare un voto per poi ritrovarsi un Morcone tirato in ballo per cercare di turare la falla delle primarie, la falla interna del PD partenopeo.

Fu in quei giorni che iniziarono a comparire commenti sulla pagina di Facebook dell'on. Di Pietro del tipo "io cittadino di Napoli, deluso dalle primarie del PD, voglio Luigi De Magistris candidato sindaco a Napoli". Messaggi che vennero evidentemente raccolti, anche se non in maniera tempestiva, ma il giorno in cui Luigi si presentò al Modernissimo, per la sua candidatura a sindaco di Napoli, tutto mi fu chiaro: è fatta, pensai.

Non vivo di politica, non faccio marketing strategico, non sono un giocatore di scacchi e non so cosa siano i numeri e come farli funzionare, ma c'è una cosa di cui mi fido: del mio intuito, del mio fiuto da talent-scout. Potrei definirmi un buon trend-watcher. Ma vedere il cinema Modernissimo quel Sabato mattina di oltre 2 mesi fa, stracolmo di gente senza bandiere, non pagata e non pagante, non poteva non far presagire ciò che sarebbe avvenuto poi.

Il boicottaggio dei media tradizionali durante la campagna elettorale, è stato stupefacente. Tenuto nascosto o, meglio, parlare di lui solo per diffamarlo con notizie distorte, incomplete e innanzitutto, nascondendo le notizie ben più gravi sul suo diretto avversario Gianni Lettieri
E' stato un piccolo miracolo della rete, di internet. Qualcosa che ha dimostrato quanto la potenza del web abbia ormai superato l'indottrinamento delle TV.
E' probabilmente l'inizio della fine dei media gestiti dai partiti.
La fine di quei media in cui i pennivendoli non hanno avuto il coraggio di parlare del fenomeno De Magistris che si sviluppava nella rete e che se pur non se ne fossero accorti, dovrebbero allora cambiare mestiere perchè un giornalista, come si dice a Napoli, deve stare con "occhi e 'recchie appizzate".

Come poteva sfuggire ai media la fiumana di persone che si iscrivevano alla pagina di Luigi su Facebook?
Come poteva sfuggire ai giornalisti, alle TV e specie al Tg regionale della RAI, le folle spontanee che circondavano Luigi nei comizi?
Perchè nessuno diceva che in rete i fans gli scrivevano messaggi manco fosse stato Bob Dylan, Mosè o il padreterno in persona?
Perchè nessuno dei media faceva notare che invece le pagine su Facebook di Lettieri o di Morcone erano costantemente contestate?

Vergogna!!
Giornalismo della peggiore prostituzione. Se si fossero raccontati i fatti come andavano in campagna elettorale, Luigi avrebbe vinto al primo turno. Ma per fortuna c'è la rete. Il web. Libero. Indipendente.
Dove la notizia diffamatoria viene smentita in tempo reale.
Dove è la sinergia dei naviganti, di ogni strato sociale, che fa l'informazione.
Dove se sul quotidiano non vedo la foto della piazza gremita con la presenza di Luigi, la vedo sul web.

La Stampa e la TV, regionale e nazionale, si facciano un esame di coscienza.
Se non cambieranno, non sopravviveranno.