sabato 18 ottobre 2014

Settimana a Capri (estate 2001)

La piazzetta di Capri
Fui ospite in una casa ancora in costruzione ad Anacapri. Ogni mattina si sceglieva la caletta dove farsi il bagno e quelle migliori, le meno affollate, erano ovviamente dove c'erano roccia rugosa e appuntita e mare profondo. Le altre, guajunera e famigliole.
La sera si scendeva a Capri con una navetta stra-affollata. Si passeggiava sottobraccio con l'amica e i fotografi ti facevano sentire VIP della Dolce Vita riprendendoti come paparazzi.
Il giorno dopo andavi a ritirare quella foto che oggi non sai manco dove sia.

Poi facevi la fila da Anema e Core, orecchiavi un nome di un buttadentro da qualche parte e all'ingresso scavalcavi tutti perchè avevi fatto il nome giusto.
Eri lì dentro per caso e comunque gradivi le cosce brune o dorate che zompettavano sui tavoli mentre cercavi il punto migliore per rinfrescarti con il climatizzatore.

All'uscita trovavi verso via Tragara un bar aperto dove non incontravi nessuno perchè appartenevi ad altro ceto, non avevi la barca attraccata giù al porto, non avevi la casa sull'isola e stavi bene per questo. Solo, a conversare con la cara amica.
Poi passò Briatore con la Campbell strafatta di non so cosa che la portava forse a vomitare da qualche parte.

All'alba gruppi di ragazzi rincoglioniti sparpagliati per la piazzetta. Chi aspettava la navetta, chi si era addormentato sulle scale o su una panchina del belvedere e nessuno capiva che gli chiedevi a che ora passasse la navetta per Anacapri.
Allora si prendeva l'ultimo taxi cabrio in stile cubano dell'isola, ci salivi assonnato e ti lasciavi cullare dalle curve a mezza costa dell'isola mentre lo stereo mandava Wish you where here.

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