sabato 22 agosto 2015

MUSEO NOVECENTO E IL SUO DESTINO

Museo Novecento.
San Martino.
Napoli.

Una chicca molto sconosciuta ai napoletani e ai turisti.
Se fossi uno dei donatori delle opere lì custodite, ritirerei la mia.


Relazione di un cittadino (me):


- All'ingresso di Castel Sant'Elmo non è evidenziata la presenza di questo museo che custodisce il meglio degli artisti campani dal 1910 al 1980.

- Fai il biglietto di 5,00 euro ma non viene detto che il biglietto vale sia per la passeggiata al castello che per il museo.

- Non è climatizzato, l'aria condizionata è guasta e immagino ciò quanto possa compromettere alcune opere.

- Puzza di scarpiera misto a fogna invade l'intero spazio.

- Le targhette didascaliche delle opere sono solo in italiano.

- Oggi un solo custode senza tesserino identificativo che faceva un po' di perlustrazione.

- Alcune targhette a terra, altre sulle stesse opere visto che si erano scollate.

- I dispenser delle schede esplicative in varie lingue non sono posizionati all'ingresso del museo ma quasi nascosti e non sono ben divisi per stanze e per lingue e le stesse schede sono mischiate tra di loro.

- L'illuminazione non valorizza le opere.

Se qualcuno conosce di persona Nicola Spinosa e Angela Tecce glielo dicesse.


LA RISPOSTA DI ANGELA TECCE:

Il mio ‘mi piace’ significa: molte cose sono vere, ma rimbocchiamoci le mani, i musei sono nostri!!!
Potrei dilungarmi in giustificazioni, purtroppo tutte inoppugnabili, per me Direttore di Castel Sant’Elmo, fino allo scorso giugno, per Mariella Utili nuovo Direttore del Polo Museale della Campania solo da marzo scorso e per la nuova direttrice di Sant’Elmo Annamaria Romano: le difficoltà amministrative in questo momento di trasformazione del nostro Ministero, le carenze di personale, di fondi e così via.
Preferisco invece rilanciare. Quanti sanno che Sant’Elmo nel 2014 è stato il museo più visitato a Napoli, dopo l’Archeologico (133267 visitatori!!!), che è giunta alla sua quinta edizione il premio per giovani artisti sotto i 35 anni, Un’opera per il castello, che assicura ogni anno la realizzazione di una nuova opera allo stato, che vi si tengono i giovedì contemporanei , incontri che hanno luogo da più di tre anni? (consultate le pagine facebook realizzate da giovani e valentissimi volontari!). Tra dicembre e febbraio scorsi si è tenuta Rewind, la mostra sugli anni ’80, grazie alla quale ora il museo è oggetto di un ampliamento con l’aumento del patrimonio esposto e nuovi ausili didattici. Cosa voglio dire? Che 900 a Napoli. Per un museo in progress titolo voluto da chi scrive e da Nicola Spinosa è la memoria storica della vita culturale della nostra città nel secolo scorso, è la traccia per capire le ragioni del presente, anche dei nuovi musei come il Madre. Quindi l’indignazione è giusta se diviene anche sostegno e impegno!!

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